L'inverno

E ora è inverno. Tanta pioggia, freddo da pelare e anche neve quest'anno non ci mancano. L'effetto Serra" pare abbia scioperato. Mi sbaglierò, ma se climatologi e metereologici sentissero un po' anche il parere di qualcuno con i lupinelli sensibili e dessero un'occhiata al buon vecchio Sesto Caio Baccelli, forse ci azzeccherebbero di più.

Intanto, di fare il pinzimonio con i carciofi nostrani, nemmeno parlarne; le carciofaie sembrano monticini di meduse giallastre, afflosciate e morte stecchite nei campi gelati. Ed anche per non pochi ulivi è suonato a morto.

San Gimignano appare quello che, del resto, ormai è: un paese stagionale, come un centro di montagna od un posto di mare dove si va, solo per qualche mese, a sciare o a fare i bagni. Dopo la baraonda da aprile ad ottobre, ora c'è la calma e la quiete imposte dal tramontano.

Piazze e vie sembrano più grandi, svuotate come sono dei turisti. San Gimignano non è più cosmopolita. Vi si parla solo toscano ed è ritornato ad essere una cosa tutta nostra, casalinga, come la rosticciana, come la polenta a cacio e olio.

Di notte i rintocchi dell'orologio portano lontano ed i passi, rari e frettolosi, di qualcuno che rincasa risuonano secchi sul lastricato e puoi seguirli a lungo, fino al tonfo dell'uscio che si richiude.

Affacciandosi alla cantonata tra la Piazza della Cisterna e quella del Duomo par cambiare di latitudine. L'aria punge il naso e porta con se un vago odore di castagne arrostite, anche se il Piccino non è più là, davanti alla loggia, con il fornello tra le gambe ed il bugliolo accanto.

Siamo in pochi; siamo quelli di sempre che né l'estate affollata né l'inverno desolato possono sloggiare. E nemmeno, dopo tutto, sgomentare. Si brontola, è vero: "E' tutto chiuso, non c'è niente, Non c'è nemmeno il cinema, il teatro", ma, alla fine non ci sentiamo vittime o derelitti. Tutto sommato non cambia nulla. San Gimignano continua immutabile il suo viaggio attraverso in secoli, attraverso il volgere delle stagioni e noi, con lui. Di veramente diverso è forse che non ci sono più i geloni! "O che sarà?" diceva il caro Guercini che ormai alla soglia dei novant'anni si stupiva di non avere niente, acciacchi o malanni.

Ecco, noi sangimignanesi siamo tutti un po' come lui. Gli anni passano, siamo sempre meno, gli inverni sono sempre più lunghi e duri, ma alla fine a queste vecchie pietre screpolate dal gelo, a questi deserti mattoni lustri di pioggia, a questi chiassi con i loro spifferi micidiali, a questo freddo, lungo silenzio, noi vogliamo ancor più bene. "O che sarà?".

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