Tardi disse lo Sgrinci

Lo Sgricci era un vecchietto arzillo e parecchio scoglionato, con una passione senza compromessi per la caccia. In particolare si dedicava alla caccia al capanno.

Un anno, spendendo l'osso del collo, aveva messo sù una batteria di uccelli da richiamo che, secondo lui, doveva costituire una specie di "Scala" tra i volatili e quindi assicurargli carnieri strepitosi.

Il primo giorno di caccia lo Sgricci tese le gabbie dei richiami tutt'intorno al capanno e si mise ad aspettare il "concerto".

I suoi richiami, invece, parevano muti, anzi sordomuti perché non rispondevano nemmeno ai fischi d'incoraggiamento che di lì a poco lo Sgricci cominciò a far loro.

Da quella ventina di fringuelli, tordi e frosoni non si levava nemmeno un pigolio: silenzio assoluto.

Lo Sgricci si arrovellava, anche perché dai capanni vicini giungevano, a tutto spiano, tonfi di fucilate.

Provò a cambiare di posto alle gabbie, guardò che non mancasse l'acqua nei beverelli e il panico nelle cassettine. Le tentò tutte, insomma, ed i suoi uccelli sempre zitti.

Alla fine non ne poté più. Dopo un'ultima bordata di fischi, urli e moccoli, schizzò fuori dal capanno come un indemoniato, raccolse -sempre imprecando- qualche bracciata di rami secchi, ci accatastò sopra tutte le gabbie con i suoi richiami traditori e vi appiccò il fuoco.

Subito le fiamme divamparono alte e altrettanto immediatamente tutti quei poveri uccelli, in coro, presero a cinguettare, a cantare alla disperata.

E lo Sgricci allora, protendendo un dito vendicatore verso il rogo crepitante, berciò: "Tardi!"

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia